Party of Fools

Noel x Evelya - Nimit

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    The Queen, babe
    Posts
    3,529
    Cucchiaini di Nutella
    +360
    Location
    wasteland

    Status
    anonymus


    Possibile che il sorriso di Evelya potesse essere così contagioso? Il giovane annuì alla sua richiesta, studiando il viso entusiasta di lei. Era una gioia per gli occhi, sul serio, e si affrettò dunque a recuperare le giacche all'interno della sala. Quando si alzò dal divanetto constatò compiaciuto che la gamba non gli dava più fastidio, finalmente, e si diresse a grandi passi verso l'uscita della terrazza. Non entrò all'interno prima di dirigere una veloce occhiata alla ragazza, appoggiata alla balaustra. La sua presenza era il risultato di tutte le buone azioni che aveva fatto negli ultimi tempi, se lo sentiva. Entrò nel frastuono della festa, la pista da ballo ancora piena nonostante qualcuno stesse cominciando ad andare a casa. Il rosso si fece strada tra la gente, riuscendo a raggiungere il guardaroba per prendere le giacche. Nel tornare indietro, gli venne spontaneo cercare con lo sguardo Oliver e Amelia, ma notò tra la folla solamente la chioma bionda di lui. Intercettò i suoi occhi chiari, e l'Angelo ebbe appena il tempo di indirizzargli un sorriso appena accennato che Noel venne travolto da un gruppo di persone alle sue spalle.
    Non ce l'aveva con lui? O forse quel sorriso era solamente un gesto di cortesia? In effetti, il suo comportamento non era stato granché nobile: insomma, aveva fatto di tutto per far sì che Evelya e Oliver non stessero nella stessa stanza per più di tre minuti consecutivi, riuscendo alla fine anche ad averla tutta per sé. Non avrebbe dovuto essere così euforico al riguardo, eppure dal suo punto di vista era totalmente giustificato. Se si desiderava qualcosa, bisognava far di tutto per prenderla, no? E lui c'era riuscito. Non sentiva il bisogno di scusarsi, ma magari, tornando a casa, lui e Oliver avrebbero dovuto chiarire le cose.
    Tornò in terrazza, che ai suoi occhi non era illuminata dalle lanterne bensì dal volto raggiante della biondina. Le passò la giacca, infilandosi alla svelta la sua senza preoccuparsi di abbottonarla. Senza pensarci un momento di più, il ragazzo spiegò le ali al vento con un sospiro liberatorio, all'insaputa dell'Angelo e ben poco consapevole dello spazio disponibile intorno a lui. Il volo era una delle poche cose su cui lui e la società demoniaca si trovavano d'accordo: le ali non erano oggetti da esposizione. Anche perché quelle demoniache non erano di certo belle come quelle angeliche o dei faerici. Erano minacciose e sgraziate, c'era ben poco da ammirare. Ai giovani Demoni veniva insegnato a volare molto presto, in contemporanea con le lezioni di scherma.
    Noel si accorse solo dopo dello sguardo elettrizzato della fanciulla nei riguardo delle sue ali, e cominciò addirittura a girargli intorno. Il ragazzo si lasciò sfuggire una risatina: davvero le trovava belle? Era la prima volta che qualcuno gli attribuiva un aggettivo simile. Evelya era capace di lasciarlo senza fiato, delle volte sia perché era dannatamente carina, sia perché era piena di sorprese.
    « Si prega la signorina passeggera di allacciare bene le cinture » Senza più indugiare oltre, il Demone la sollevò da terra con facilità, prendendola di sorpresa. Non si accorse della leggera preoccupazione che segnava il viso dell'Angelo, anzi, si levò in cielo prima che potesse dire qualcosa. Sfruttando la potenza delle ali, riuscì ad arrivare ad un'altezza piuttosto elevata rendendo però la prima fase del volo non proprio piacevole. Appena sentì le braccia della ragazza allacciarsi dietro il suo collo e stringersi contro il suo petto, che Themis lo salvi, il suo stomaco prese a ingarbugliarsi e il ghigno furbesco di poco prima si trasformò in un sorriso ebete. Per fortuna Evelya aveva affondato il viso nella sua giacca, altrimenti se lo avesse visto chissà cosa avrebbe potuto dire.
    Rallentò il ritmo poco dopo, e finalmente la fanciulla tirò su lo sguardo, indirizzandolo subito verso il cielo stellato. « E' stupendo » fece lei, gli occhi rivolti all'insù. Non poteva di certo darle torto, era uno spettacolo da mozzare il fiato, ma l'attenzione del rosso era focalizzata su tutt'altra cosa, in quel momento. Le diede comunque ragione, e rise quando vide Evelya lasciare la presa dietro al suo collo per poi aggrapparsi subito dopo al colletto della camicia. Effettivamente, non le aveva neanche chiesto se avesse voluto volare con le sue stesse ali, ma era stata proprio lei a proporre di portarla in braccio. Chissà com'erano belle le sue, di ali. Quelle degli Angeli erano candide, morbidissime ed eleganti, tutto il contrario delle loro, e le ali della biondina non avrebbero dovuto essere così diverse da quel che si immaginava.
    « Grazie per essere rimasto con me stasera » lo sguardo della ragazza era ancora diretto verso la volta celeste, mentre Noel non faceva altro che guardare lei. Non guardava neanche dove stesse andando, rallentando ancora di più l'andatura. Davvero ciò che provava per Evelya era così forte? Poteva benissimo trattarsi di uno spiccato senso di protezione nei suoi confronti, in fondo. E poi, doveva ammetterlo, gli Angeli non erano fatti per stare con i Demoni, sarebbe stata un'unione sbagliata sotto tanti punti di vista. Eppure tra la folla non faceva altro che cercare lei, le altre ragazze non le vedeva nemmeno. Voleva conoscerla più a fondo, e voleva assicurarsi che fosse felice, che sorridesse anche per merito suo. Soprattutto per merito suo. Gli occhi di Evelya si abbassarono sul suo volto, e Noel riuscì a specchiarsi nelle iridi luminose della ragazza. Fu felice di notare come stesse sostenendo lo sguardo, dopo tutto il tempo passato ad osservare le stelle sopra le loro teste. Ammise a sé stesso che avrebbe voluto per sé l'attenzione che aveva riservato al cielo fino a pochi attimi prima, e sorrise al sentire di nuovo la sua voce.
    « Effettivamente » disse di rimando il rosso, ma non riuscì ad aggiungere altro che percepì il suo tocco su una porzione scoperta del collo, mentre gli toccava i capelli. Se Evelya desiderava farlo esplodere ci stava riuscendo alla grande, l'autocontrollo non era mai stato il suo forte.
    Senza più far caso ai limiti del decoro che si era imposto, Noel si sporse verso la fronte della ragazza, posandovi un bacio casto, e il suo sguardo scese dalle guance bordeaux di Evelya - e qui gli scappò un ghigno soddisfatto - alle sue labbra rosee. Il sangue demoniaco che gli scorreva nelle vene gli suggeriva di lasciarsi andare, ma riuscì in qualche modo a reprimere quel folle desiderio. Lei non voleva, non provava le stesse cose nei suoi confronti e allontanarla era l'ultima cosa che voleva. Lasciò quindi un altro bacio fugace sulla guancia di lei, e le sorrise innocentemente un attimo dopo.
    « Non si scherza col fuoco, Angioletto » esclamò, incredibilmente soddisfatto dei passi avanti appena compiuti.
    « Considerati già occupata per la prossima festa. Stavolta non mi lascerò sfuggire l'occasione di averti tutta per me » Stava forse correndo troppo? Suo fratello Julian e sua cugina Gwen gli avrebbero risposto all'unisono "sì", ma era una sfida starle vicino e trattenersi dal toccarla. Non era un Angelo come gli altri, ormai lo considerava il suo Angelo. O era troppo presto anche per questo? Neanche a porsi la domanda, lo riconosceva da solo che prima di averla per sé doveva aspettare ancora un po'.
    « C'è qualche posto in cui ti piacerebbe andare, la prossima settimana? » domandò, ripensando all'invito che lei aveva accettato qualche minuto fa. « Non dirmi che ti eri già dimenticata di dover uscire con il sottoscritto » il rimprovero suonò molto poco veritiero, dato il suo sorriso raggiante.

    « Parlato » | "Pensato"

    « Noel Hamal Moore »
    demone • 20 years old • aries



    code © ruru
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    - Sophisticated with a hint of slutty -

    Group
    Bae ♥
    Posts
    329
    Cucchiaini di Nutella
    +112

    Status
    anonymus

    Evelya Sadalmelik • Angelo • 18 anni • Scheda
    • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – •
    Le stelle illuminavano fiocamente i capelli rosso scuro tra le dita dell'Angelo, il colore caldo del vino e del sangue. Ogni tratto del ragazzo poteva ricollegarsi alla crudeltà demoniaca, a cominciare dalle ali di pipistrello ed i canini leggermente appuntiti che mostrava quando sorrideva (ovvero la maggior parte del tempo). Eppure non era cattivo, lo sapeva bene. Quando le labbra di Noel, bollenti contro la sua fronte, vi posarono un bacio delicato, lei fece per ritrarsi, seppur intrappolata tra le braccia del cavaliere. Non andò lontano, in preda ad un attacco di panico che prometteva di farle scoppiare il cuore a breve. Perchè l'aveva fatto? Era un modo di ringraziarla del complimento? Stava archiviando mentalmente una serie di domande da porre a Shedir, appena tornata a casa. Finiva sempre con il fraintendere tutto, com'era accaduto con Amelia. Chissà se anche con lei si comportava allo stesso modo. Conosceva Noel da molto più tempo di Evelya, quindi sarebbe stato comprensibile. A giudicare dal modo in cui il Demone rideva della sua rezione esagerata, forse era davvero la normalità. La biondina cercò di coprirsi il viso per nascondere il colorito acceso, visibile nonostante il buio, ma si accorse che così facendo non aveva più un appiglio a cui aggrapparsi, e Noel era di nuovo ad un soffio dal suo viso. Gli occhi profondi parevano attirati dalla sua bocca ben serrata, poi deviò verso la guancia e vi lasciò una traccia bollente, come se Evelya fosse stata marchiata. « Non si scherza col fuoco, Angioletto» disse tranquillo, mentre lei cercava di ricordare come si respirava. « Ma... ma non... ». Qualunque cosa volesse dire, ora non le sovveniva alcuna parola idonea. Grazie al cielo il rosso deviò su un argomento più facile, sebbene paresse più una dichiarazione di guerra. Gli era dispiaciuto così tanto non invitarla? Amelia era un'ottima accompagnatrice, nulla di cui lamentarsi. Chissà come mai ogni pensiero verteva su di lei, alla fine. Imboccarono una corrente contraria più forte delle altre, e la fanciulla si vide costretta a far tornare le mani al loro posto, sul colletto già sgualcito della camicia. Le dispiacque immensamente vedere il vestito rovinato, così posò i palmi di poco sotto alle clavicole, e le pulsazioni ritmiche del cuore di Noel la misero stranamente a suo agio. Il volo non lo stava affaticando come pensava. « Alla fine siamo stati insieme anche oggi, senza nessun invito ». Lo disse con leggerezza, troppo ingenua per capire la malizia del ragazzo. Acconsentì alla proposta più che volentieri, perché le sembrava che il tempo, in sua presenza, si accorciasse a dismisura. « C'è qualche posto in cui ti piacerebbe andare, la prossima settimana? Non dirmi che ti eri già dimenticata di dover uscire con il sottoscritto ».
    Evelya rise, scuotendo il capo in dissenso. « Certo che no! ».
    Come poteva dimenticarlo? Era un'ottima occasione per tempestarlo di domande sulla società demoniaca. Rifletté a lungo sulla domanda, vagliando le alternative, ma alla fine la sua mente andava ad un solo posto in particolare.
    « Vorrei vedere il mare » ammise, persa a guardare un punto indefinito davanti a sé. « Anche solo mettere i piedi in acqua mi basterebbe. A casa non mi era permesso ».
    Si rese conto di aver deciso senza consultarlo, e proporre una spiaggia come prima uscita tra quasi sconosciuti era molto disdicevole. « E' solo un'idea, ripensandoci fa ancora freddo... non conosco abbastanza bene la città per proporre qualcosa, temo ». La festicciola organizzata dagli studenti era stato l'unico evento mondano a cui avesse mai partecipato, non era ferrata sull'argomento. Ricordò allora la locandina che avevano appeso in negozio qualche giorno prima, quella che sponsorizzava la festa di primavera. Annery doveva occuparsi dell'allestimento floreale per l'evento, tanto per farsi pubblicità, ed erano previsti stand gastronomici, un'orchestra e fuochi d'artificio a fine serata. Una volta terminati i preparativi sarebbe stata libera di gironzolare quanto voleva, e con Noel non si sarebbe annoiata di sicuro. « Potremmo andare alla festa di primavera. Me ne hanno parlato tutti bene ». Come alternativa poteva funzionare, ne era convinta. Dopo la lunga chiacchierata, cullata dal vento e i movimenti cauti del Demone, Evelya sentì la stanchezza affiorare pian piano, complice l'ora tarda. Senza accorgersene posò la guancia contro il petto di Noel, finché ascoltava l'eco delle sue parole risuonare nella cassa toracica con aria trasognata. Non era sua abitudine stare fuori così a lungo, per quanto se ne vergognasse. Represse uno sbadiglio a fatica, ma le restarono gli occhi lucidi. « Noel? » lo chiamò, in un istante di silenzio. « Non vorrei andare a casa adesso, ma ho paura di addormentarmi senza accorgermene ». Le bastò sollevare di poco il mento per guardarlo in viso, con gli occhi a mezz'asta che fu costretta a stropicciare perché rimanessero aperti. « Potresti riportarmi indietro? ». Casa sua non era distante dal locale in cui si era tenuta la festa, e camminare l'avrebbe fatta rinsavire un po'. Peccato lasciare il caldo giaciglio delle sue braccia, però. Era migliore di qualsiasi letto su cui avesse mai dormito, la faceva sentire protetta. Chissà quando avrebbero volato ancora insieme, poi. Non poteva approfittare troppo della sua gentilezza. « La prossima volta userò le mie ali, così non ti sarò di peso » dichiarò, accoccolata nello spazio tra l'avambraccio ed il petto come un gatto infreddolito.

    • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – • – •
    « Parlato » - Pensato -

    Code by Kalameet

     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    The Queen, babe
    Posts
    3,529
    Cucchiaini di Nutella
    +360
    Location
    wasteland

    Status
    anonymus


    Noel aveva rallentato il ritmo, conscio che se fosse andato più veloce si sarebbe stancato in men che non si dica. Sbatteva le ali piano, la brezza notturna ad accarezzare le guance di entrambi i giovani, le braccia a sostenere il corpo leggero di Evelya stretta contro il suo petto per non cadere. Era contento di essere arrivato a quel punto della serata, in cui era riuscito a ritagliare qualche minuto con lei. All'inizio della festa, a vederla in compagnia di Oliver gli si era ristretto lo stomaco, ma ora sì che poteva definirsi soddisfatto. Il sorriso cortese che l'amico gli aveva rivolto poco prima gli tornò alla mente, ma venne subito sostituito dal viso imbarazzato di Evelya, che tentava di coprirsi le guance rosse invano, e un ghigno soddisfatto si disegnò sulle labbra del rosso. Poteva esistere qualcosa di più adorabile? Il Demone era convinto di no. Diede il tempo alla ragazza di sbollire l'imbarazzo, e quando udì ancora la sua voce gli venne spontaneo sorridere. Era un sì, quindi. Almeno alla prossima festa non avrebbero avuto alcun tipo di complicazione.
    Quando l'Angelo affermò di non essersi dimenticata di aver accettato di uscire insieme a lui, Noel annuì in assenso, visibilmente appagato. Era così semplice farlo contento, e avevano cominciato addirittura a dolergli gli angoli della bocca. Sorrideva da quando l'aveva rubata ad Oliver, in pratica.
    Il Demone alzò lo sguardo sul paesaggio circostante, incontrando il cielo terso e una vasta distesa di casette candide, in mezzo alle quali spiccava il verde dei numerosi alberi piantati al fianco delle strade. Quello era un paesaggio che non avrebbe mai potuto ammirare ad Hadony: quella di Nimit era una natura viva, rigogliosa, niente a che vedere con il grigiore delle piante della città demoniaca dove risiedeva. Faceva bene cambiare aria, ogni tanto.
    « Vorrei vedere il mare » il cambio di espressione di Noel fu repentino, ma fortunatamente la fanciulla era intenta a guardare dritta davanti a sé, e non alzò lo sguardo verso di lui. Da quando aveva perso la gamba, "mare" era stata marcata come parola tabù. Amava tutto del mare, perfino la sabbia tra i capelli e l'acqua salata negli occhi. Ai tempi della Ayle, lui e i suoi amici andavano spesso a fare un giretto sulla costa, e anche Julian lo accompagnava quando diventava troppo insistente per reggerlo un solo minuto di più. Da quando aveva perso la gamba, però, aveva dovuto rinunciarvi per cause di forza maggiore. Le occhiate che gli dirigevano alla vista della protesi in bella sotto il costume da bagno lo facevano sentire a disagio, accentuando la sua diversità. L'idea non lo entusiasmava affatto, per quanto il mare fosse sinonimo di allegria e divertimento nella maggior parte dei casi.
    « E' un po' freddino, effettivamente » le fece eco, impegnandosi nel mostrarsi rilassato come lo era stato fino ad allora. Non aveva eventi da proporre, sfortunatamente. Era a Nimit da poco, e lavorando tutto il giorno non era facile aggiornarsi sulle ultime novità. Per non parlare poi di quanti giovani venissero a farsi visitare da Lyander: l'apice del divertimento consisteva in partite a carte al tavolo con qualche settantenne. Aveva sentito in giro di qualche festa in dei locali, ma Evelya non gli pareva proprio il tipo da passare la serata a ballare senza sosta circondata da gente. Scartò subito l'idea, tentando di vertere su qualcosa che potesse mettere a suo agio la ragazza. Musei? Per carità, non gli interessavano un granché. Semplice passeggiata in centro? Già suonava meglio. Invito a pranzo, a cena?
    « Potremmo andare alla festa di primavera. » la proposta dell'Angelo lo lasciò perplesso per qualche secondo: non ricordava di averla mai sentita nominare, ma poi gli tornò alla mente una chiacchierata sull'autobus che aveva indirettamente ascoltato qualche giorno prima. Era una festa che si teneva in città, all'aperto, i primi di aprile, proprio per festeggiare l'arrivo della bella stagione. Visto che si sarebbe tenuta all'aperto, magari ci sarebbe stato anche un mercatino, solitamente era sempre presente ad eventi del genere. Non suonava male, affatto, soprattutto se avrebbe passato la giornata in piacevole compagnia.
    « Nessun problema, anzi » fece, sfoderando l'ennesimo sorriso. « Anche io conosco poco il posto, non avevo idea di dove portarti » rise piano, gli occhi che vagavano dal viso delicato della fanciulla al panorama. Non sapeva nemmeno dove stesse andando, aveva seguito semplicemente le correnti, per tornare indietro non sarebbe dovuto essere un problema. Ma non voleva farlo, ecco il punto. Desiderava solamente starsene ancora un po' lì, sospeso nel cielo, insieme ad Evelya, stretta contro di lui per la paura di cadere.
    Le sue emozioni erano sempre state molto forti, presenti, e Noel non aveva mai tentato di controllarle. L'istinto gli dettava una cosa, e quella faceva, senza porsi tanti perché. Era la cosa giusta da fare in quel determinato momento. Certe volte andava bene, altre no. La stessa cosa riguardava l'amore: cominciava a piacergli una ragazza? Avrebbe fatto di tutto per renderla sua e farla felice. Nessun ripensamento, nessuna domanda a riguardo. Con Evelya era diverso. Ci si stava buttando a testa bassa, come suo solito, eppure non era mera attrazione fisica. Voleva conoscerla meglio, più a fondo, scoprendo anche le piccole cose. E voleva vederla sorridere. Dopo quello che aveva passato se lo meritava, non aveva alcuna intenzione di rivedere la paura impadronirsi di lei. Non l'avrebbe permesso, ad alcuno. Possibile fosse già cotto a puntino? Lo avrebbe scoperto solo in seguito, per ora doveva godersi la sua presenza accanto a lui. Non sarebbe rimasto nel continente ibrido in eterno.
    Abbassò lo sguardo verso di lei quando si sentì chiamare, e sorrise dolcemente al sentire la sua richiesta. La stanchezza la stava sopraffacendo, era evidente. « Accetto un po' controvoglia » disse, appoggiandosi momentaneamente su un tetto per studiare il percorso inverso. Come aveva previsto, aveva seguito una traiettoria lineare, le luci del locale si intravedevano di fronte a lui in linea d'aria. Prese lo slancio, stando attento a non rendere il ritmo troppo fastidioso e veloce.
    « Macché peso e peso, ti avrei già mollata da qualche parte in caso » esclamò, la terrazza che si faceva sempre più vicina. « Anche se sono curioso di vedere le tue ali. Mi porterai in braccio tu? » rise, adagiando la ragazza sul pavimento della terrazza ormai mezza vuota. Si stava facendo tardi, ma il Demone non aveva la minima voglia di tornare a casa.
    « Cambio di programma, ti accompagno » la seguì all'interno della stanza per recuperare la borsa e riportarla all'ingresso principale. Nimit era una città sicura, la casa del cugino non era distante da lì, ma non se la sentiva di lasciarla andare da sola. La accostò dunque durante il tragitto, attento che non si addormentasse in piedi e che nessuna losca presenza potesse coglierli di sorpresa. Il percorso fu effettivamente breve, forse si era preoccupato per niente. Il fatto era che voleva guadagnare un paio di minuti in più in sua compagnia. Già sentiva la voce di Amelia ripetergli di essere un caso perso.
    « Speravo che casa tua fosse un po' più lontana, peccato » ammise, guardandola armeggiare alla ricerca delle chiavi. Le alzò il viso posandole la mano calda sulla guancia, accarezzandola prima e dandole un buffetto dopo. Alla velocità della luce, le lasciò anche un fulmineo e casto bacio sullo stesso punto, per poi indietreggiare e ridere divertito delle gote color porpora di lei. « Questo è un bonus » sorrise. Non aveva dato ascolto alla ragione, come sempre.
    « Dormi bene, angioletto » le augurò, poco prima che chiudesse la porta alle sue spalle. Noel tornò sui suoi passi a cuor leggero e il sorriso sulle labbra, consapevole che se anche avesse voluto andare a letto non ci sarebbe riuscito. Tanto valeva festeggiare fino al mattino seguente.

    « Parlato » | "Pensato"

    « Noel Hamal Moore »
    demone • 20 years old • aries



    code © ruru
     
    Top
    .
17 replies since 23/3/2016, 01:18   333 views
  Share  
.
Top