Thank you for choosing me.

Cain x Abel - Oneshot

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    C'era un silenzio irreale quella notte. Nel buio della stanza si udivano solo i loro respiri, lo scricchiolare del letto ed il frusciare delle lenzuola. Cain posò un bacio leggero sulla fronte del fratello, accoccolato contro di lui, e capì che il vero silenzio era nella sua testa. Per una volta nessuna preoccupazione lo tormentava, come se fosse stato sollevato da ogni incarico e potesse semplicemente dormire accanto al ragazzo che aveva amato per anni senza mai realizzare che si trattasse di amore. Rimboccò le coperte per tenere al caldo entrambi, mentre Abel scivolava nel sonno ed allentava la presa sulla sua maglietta. Cain si chiese se la felicità avesse quello stesso spettro di emozioni, quell'odore e quel calore, perché davvero poteva toccare il cielo con un dito ora che il fratello gli si affidava anima e corpo, tranquillo e spontaneo come il bambino che aveva conosciuto a Lancaster quattordici anni prima.

    Erano entrambi molto piccoli. Il rosso si esprimeva più a gesti che a parole, ed Abel non parlava affatto.
    Le loro famiglie si incontravano ogni primavera per ricordare i padri scomparsi e far esaminare i figli a Grim, che ne registrava i progressi e controllava il potere tramandato negli occhi dei giovani Black Dog. Cain stuzzicava il nuovo amico, costringendolo a trasformarsi ed inseguendolo per tutto il cortile del collegio tra guaiti ed abbai. Eva Skriker lo rimproverava, Sarah Gytrash lasciava che giocassero e si tenessero compagnia. Ad entrambi mancava un fratello, dopotutto.
    - Se Gabriel fosse ancora vivo non avrei mai incontrato Abel - si ritrovava a pensare. Era il destino che faceva girare la ruota.

    La primavera dell'ottavo compleanno, Cain ed Abel avevano varcato la soglia del collegio insieme, spaesati da tanto movimento ed un numero inusuale di Black Dog. Si tenevano per mano, a testa alta, e Cain ringhiava quando le occhiate dei superiori si facevano troppo insistenti. Ad ogni ringhio Abel stringeva la presa, rimettendolo al suo posto.
    Se non fosse stato per lui l'avrebbero sbattuto fuori in una settimana. Doveva tutto al temperamento controllato del fratello, che gli aveva permesso poi di salire ai ranghi più alti.
    « Quindi vai davvero » gli aveva detto mentre Abel faceva i bagagli, pronto a trasferirsi all'ultimo piano insieme agli altri dignitosi Alpha. I libri complicati che adorava leggere erano già riposti di sopra. Stava liberando un letto che Cain già pensava di buttare, dato che senza il fratello a dormirci non aveva alcun senso. Nessuno poteva prendere il suo posto.
    « Ti aspetto l'anno prossimo. »
    « Contaci. »

    Ma la sua stanza era rimasta vuota l'anno seguente, e quello dopo ancora. Finché l'albino compiva gesta eroiche e riceveva le lodi di Grim l'altro viveva nella sregolatezza, scappando dalla finestra quando le responsabilità divenivano oppressive, lo soffocavano.
    L'unico in grado di calmarlo andava a caccia di fantasmi e demoni ogni notte, possedeva un'innaturale pelliccia bianca e degli occhi così severi da far sentire giudicato persino un santo.
    Oh, e aveva un buon odore.
    Questo dettaglio gli era sfuggito. Lo sentiva fin da piccolo, sapeva di casa e lo dava per scontato. Un giorno ne aveva catturato la traccia addosso a Raphael Mauthe, ed ancor prima di capire il perché, l'Alpha era stato appeso al muro da un pugno.
    Quel cane borioso si era permesso di contaminare Abel, alzare le zampacce su una creatura pura ed innocente che fino a pochi mesi prima viveva in piena simbiosi con lui.

    Ora capiva cosa lo avesse spinto a difendere ciò che sentiva suo.
    Con le gambe di Abel attorcigliate addosso ed il respiro lento a scaldargli il petto finalmente capiva.
    « Abel » chiamò in un bisbiglio, sentendosi rispondere solo un mmm contro la maglietta. Era esausto, ma trovò comunque la forza di aprire un occhio a mezz'asta per guardarlo.
    « Grazie per aver scelto me. »
    Le braccia esili dell'albino gli circondarono la schiena, e Cain si sentì al sicuro, come chiuso tra mura impenetrabili, per quanto quella stretta non fosse né forte né pretenziosa.
    Sorrise nel dormiveglia, immerso nel profumo fresco del compagno, con i capelli bianchi a solleticargli la guancia, e pregò che ogni risveglio d'ora in poi fosse identico a quello, con quella stessa persona avvinghiata a lui.

    19 y/o • Omega Black Dog • Marauder • Sheet

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